La Guerra
Commedia di Carlo Goldoni rappresentata la prima volta in Venezia il Carnevale dell'anno 1760
Direttore Settore Scuola Ragazzi Teatro Stabile Torino, Franco Passatore
Elaborazione del testo, musiche, messinscena, Sergio Liberòvici
L'anteprima assoluta avviene il 9 febbraio del 1979 al Teatro Giacosa di Ivrea, dopo una notte di agitatissime prove in piedi, allietate da colorite imprecazioni e sentiti va' fan culo. Si replica fino al 12 dello stesso mese. Debutto torinese al Teatro Valdocco il 26 febbraio e repliche protratte per le scuole all'11 marzo. Quando si scendeva in platea cantando e suonando surreali ritmi di guerra, indossando improbabili divise da fantaccini settecenteschi, i bimbi si divertivano molto, ridevano, facevano uno schiamazzo indicibile e ci prendevano a calci nelle caviglie. La tourné inizia il 12 marzo e termina il 12 aprile, toccando varie città del Piemonte, Savona e Roma. Poi rieccoci a Torino al Teatro Valdocco.
Direttore Settore Scuola Ragazzi Teatro Stabile Torino, Franco Passatore
Elaborazione del testo, musiche, messinscena, Sergio Liberòvici
L'anteprima assoluta avviene il 9 febbraio del 1979 al Teatro Giacosa di Ivrea, dopo una notte di agitatissime prove in piedi, allietate da colorite imprecazioni e sentiti va' fan culo. Si replica fino al 12 dello stesso mese. Debutto torinese al Teatro Valdocco il 26 febbraio e repliche protratte per le scuole all'11 marzo. Quando si scendeva in platea cantando e suonando surreali ritmi di guerra, indossando improbabili divise da fantaccini settecenteschi, i bimbi si divertivano molto, ridevano, facevano uno schiamazzo indicibile e ci prendevano a calci nelle caviglie. La tourné inizia il 12 marzo e termina il 12 aprile, toccando varie città del Piemonte, Savona e Roma. Poi rieccoci a Torino al Teatro Valdocco.
La macchinazione registica è veramente macchinosa e forse un po' maligna: una performance di funamboli, cantanti, fantasisti, ballerini, (assediati e assedianti) che devono agire su di una pedana di stile futurista con un lato rialzato. Il regista si picca d'inventare le più ardue figurazioni per il campo di battaglia, il ponte levatoio e la rocca, molte delle quali innaturali, impossibili o improbabili: torri umane tipo castelletti catalani, balzi, corse e piroette che pretendono una notevole preparazione atletica. Il dislivello tra la vetta e la metaforica pianura è notevole ed impegnativo. Richiede, ad ogni inizio di prova, estenuanti ed obbligatorie sessioni preatletiche di ginnastica ed aerobica. Poi si provano le marce militari a piedi battenti ritmi jazzistici, astrusi minuetti, cori e canzoni demenziali goldoniane, accompagnate da enormi tricaballacche difficilissimi da tenere tra le mani: Un gatto si innamora di una rocca, una cicala si mangiò pan fresco, e un becco s'affatica notte giorno, un cervo astuto gli regala un grande corno, un corno, un corno, un corno...
Corni tanti, dunque, ma ambiente è accogliente e sereno: gelidi scantinati parrocchiali, come quello della chiesa ortodossa di Santa Croce, dove nascono tra colleghi e colleghe simpatie, avversioni e amori galeotti.
Non rari gli incontri serali al ristorante (Da Betty, Rodi, Spada Reale), tra mogli, mariti e fidanzati ufficiali, (in trasferta da Milano, Firenze o altre città "limitrofe", inconsapevoli della causa del peso sulla testa) e amanti più che consapevoli e gaudenti. Sensi di colpa permettendo, e la maggior parte delle volte permettevano.
Gli interpreti della "Commedia Umana". Piero Ferraris, ruolo, Capitano Ferdinando, più altre figure minori. I colleghi: Luigi Castejon, Lele Cerri, Vanni Corbellini, Marcello Cortese, Gisella Bejn, Maura Forneris, Gigi Giuffrida, Nicola Grillo, Alberto Mancioppi, Elisabetta Torlasco, (ritratto d'apertura in alto). Fotografi di scena: Massimo Forchino, Rodolfo Suppo.
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Non rari gli incontri serali al ristorante (Da Betty, Rodi, Spada Reale), tra mogli, mariti e fidanzati ufficiali, (in trasferta da Milano, Firenze o altre città "limitrofe", inconsapevoli della causa del peso sulla testa) e amanti più che consapevoli e gaudenti. Sensi di colpa permettendo, e la maggior parte delle volte permettevano.
Gli interpreti della "Commedia Umana". Piero Ferraris, ruolo, Capitano Ferdinando, più altre figure minori. I colleghi: Luigi Castejon, Lele Cerri, Vanni Corbellini, Marcello Cortese, Gisella Bejn, Maura Forneris, Gigi Giuffrida, Nicola Grillo, Alberto Mancioppi, Elisabetta Torlasco, (ritratto d'apertura in alto). Fotografi di scena: Massimo Forchino, Rodolfo Suppo.
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Io, mamma e papà: una storia di lavori forzati
Uno degli spettacoli storici di Piero Ferraris, affidato a Mario Zucca nel 1987
Il Signor Giuseppe Teloficco era un adultero incallito. Le pareti di casa erano così sottili che lo sentivamo chiaramente desiderare la donna d’altri. Poi c’era il dottor Mino Stecchetti, un dietologo noto per la sua rivoluzionaria dieta a base di polvere da sparo. Lasciò due figli, la moglie e un gran buco al posto del forno. Quando si venne a sapere dell’increscioso incidente, Giorgio Asfaltato, ispettore dell’Anas, disse: “Si muore di più in casa che sulle strade."
Quel giorno decise di andare a vivere sulla Torino-Milano, ma ben presto lo investirono. Si spense nell’incendio provocato da un’autobotte carica di kerosene. Le sue ceneri furono poi gettate su di una pericolosa chiazza d’olio al chilometro 76.
A proposito d’incidenti e incroci, ricordo Gino Enigmista, che aveva la mania di incrociare tutto. Incrociando il luppolo con il cactus ottenne la birra alla spina. Incrociando un visone con un gorilla ottenne una pelliccia con le maniche lunghe, e incrociando un cincillà con un canguro, una pelliccia con le tasche. Incrociando una statale con la bici si ammazzò. Lo seppellirono sei in verticale e tre in orizzontale. Che bozzi eh?! Macchè Bozzo, il vicino australiano, impazzì perché non riusciva a sbarazzarsi del suo vecchio boomerang.
Il Signor Giuseppe Teloficco era un adultero incallito. Le pareti di casa erano così sottili che lo sentivamo chiaramente desiderare la donna d’altri. Poi c’era il dottor Mino Stecchetti, un dietologo noto per la sua rivoluzionaria dieta a base di polvere da sparo. Lasciò due figli, la moglie e un gran buco al posto del forno. Quando si venne a sapere dell’increscioso incidente, Giorgio Asfaltato, ispettore dell’Anas, disse: “Si muore di più in casa che sulle strade."
Quel giorno decise di andare a vivere sulla Torino-Milano, ma ben presto lo investirono. Si spense nell’incendio provocato da un’autobotte carica di kerosene. Le sue ceneri furono poi gettate su di una pericolosa chiazza d’olio al chilometro 76.
A proposito d’incidenti e incroci, ricordo Gino Enigmista, che aveva la mania di incrociare tutto. Incrociando il luppolo con il cactus ottenne la birra alla spina. Incrociando un visone con un gorilla ottenne una pelliccia con le maniche lunghe, e incrociando un cincillà con un canguro, una pelliccia con le tasche. Incrociando una statale con la bici si ammazzò. Lo seppellirono sei in verticale e tre in orizzontale. Che bozzi eh?! Macchè Bozzo, il vicino australiano, impazzì perché non riusciva a sbarazzarsi del suo vecchio boomerang.
E’ proprio vero che “non bisogna mettere il carro davanti ai buoi, specie se si possiede un trattore”, come soleva dire Micro Solco, l’agricoltore. Per non usare pesticidi, lui distruggeva tutti i raccolti alla fioritura, così i parassiti morivano di fame. Si appassionò talmente all’agricoltura che si fece falciare nel fiore degli anni.
Al terzo piano abitava invece il ragioner Fortunato Valmare. Mangiava sempre pesce, ma per l’inquinamento da mercurio un’estate più torrida del solito, morì sbattendo la testa contro il soffitto. Suo fratello invece, aveva ingoiato un barometro, e fu ricoverato in ospedale d’urgenza. Il suo stato fu definito: “Buono per le prossime 16 ore, tendenzialmente nuvoloso, con piogge sparse sui rilievi, nella giornata di domani”. Divenne così sensibile all’umidità che dovettero attendere otto giorni per seppellirlo. |
I miei cannibali più belli
Con Claudio Parachinetto e Susanna Maronetto
Una breve commedia di teatro cabaret, che vedi protagonisti Sir Pent, noto esploratore e naturalista e sua moglie Patricia. Il divertente intercalare di battute e battutacce rivela subito il grande amore che unisce i due esponenti della nobiltà inglese, colti in flagranza di bisticcio poco prima della loro partenza per una missione in Africa.
Nel continente nero incontreranno i cannibali e saranno in un modo o nell'altro assaggiati e divorati dalla sorte in mille salse. Lo spettacolo è una ironica dissacrazione dei più scontati stereotipi del negro cannibale, utilizzati come metafora per colpire il cannibalismo della moderna antropofagia di coppia.
Voce Fuori Campo - Proverbio Tuareg: il coccodrillo piange quando ha mangiato! Cosa farebbe se come me fosse digiuno dal missionario del mese scorso?
Sir Pent – ENTRA IN SCENA CON PASSO SNOB, VESTITO DA ESPLORATORE. Good evening, sono Sir Pent Strisc Strisc. Sono lord, perché ho bevuto troppo, ma la mia raffinatezza non ne ha patito. Persino le borse sotto gli occhi hanno impresse le iniziali del mio casato. Abitualmente vesto il principe di Galles, anche se è capace di farlo da solo. Io non mi arrabbio mai! Ho il self control di uno stupratore eccitato. Sono metodico, sono pignolico, sono araldico, sono munifico, sono cinico. In fondo cosa è un cinico, se non un sadico impotente?
ENTRA IN SCENA PATRICIA E SI PIAZZA AL SUO FIANCO, GUARDANDOLO CON COMMISERAZIONE.
Sir Pent - Faccio lo scrittore e il naturalista di successo. Ho venduto trecentomila copie del mio nuovo libro…
Patricia – Come carta da macero!
Sir Pent – Mia moglie. Scherza, sono una celebrità!
Patricia – Al monte dei pegni.
Sir Pent – Ah! Persino le massaie comprano i miei libri!
Patricia – Per incartarci il pesce.
Sir Pent – Taci, io sono uno scienziato emergente!
Patricia – Da vent’anni. Sei un bugiardo. Non dice la verità neppure nel suo diario. E porta sgarro!
Sir Pent – Menzogna!
Patricia – Chissà perché quando tagli la strada a un gatto nero, lui si tocca le palle? Abbiamo avuto sedici amici che dopo aver stretto la mano sono stati ricoverati d’urgenza negli ultimi sei mesi!
Sir Pent – Meglio respirare sotto una tenda ad ossigeno, che respirare l’aria inquinata della città!
Patricia – Comunque ha le mani bucate. Tanto il denaro non gli costa niente.
Sir Pent – Sono il tuo principe... al verde! Tu invece… sei avara!
Patricia – Sciocchezze. Quando morirò voglio che il mio denaro sia cremato e le sue ceneri disperse al vento.
Sir Pent – E’ fatta così, ma io l’amo per quel che può darmi: prestami trecento sterline.
Patricia – D’accordo, ma… una al mese.
Una breve commedia di teatro cabaret, che vedi protagonisti Sir Pent, noto esploratore e naturalista e sua moglie Patricia. Il divertente intercalare di battute e battutacce rivela subito il grande amore che unisce i due esponenti della nobiltà inglese, colti in flagranza di bisticcio poco prima della loro partenza per una missione in Africa.
Nel continente nero incontreranno i cannibali e saranno in un modo o nell'altro assaggiati e divorati dalla sorte in mille salse. Lo spettacolo è una ironica dissacrazione dei più scontati stereotipi del negro cannibale, utilizzati come metafora per colpire il cannibalismo della moderna antropofagia di coppia.
Voce Fuori Campo - Proverbio Tuareg: il coccodrillo piange quando ha mangiato! Cosa farebbe se come me fosse digiuno dal missionario del mese scorso?
Sir Pent – ENTRA IN SCENA CON PASSO SNOB, VESTITO DA ESPLORATORE. Good evening, sono Sir Pent Strisc Strisc. Sono lord, perché ho bevuto troppo, ma la mia raffinatezza non ne ha patito. Persino le borse sotto gli occhi hanno impresse le iniziali del mio casato. Abitualmente vesto il principe di Galles, anche se è capace di farlo da solo. Io non mi arrabbio mai! Ho il self control di uno stupratore eccitato. Sono metodico, sono pignolico, sono araldico, sono munifico, sono cinico. In fondo cosa è un cinico, se non un sadico impotente?
ENTRA IN SCENA PATRICIA E SI PIAZZA AL SUO FIANCO, GUARDANDOLO CON COMMISERAZIONE.
Sir Pent - Faccio lo scrittore e il naturalista di successo. Ho venduto trecentomila copie del mio nuovo libro…
Patricia – Come carta da macero!
Sir Pent – Mia moglie. Scherza, sono una celebrità!
Patricia – Al monte dei pegni.
Sir Pent – Ah! Persino le massaie comprano i miei libri!
Patricia – Per incartarci il pesce.
Sir Pent – Taci, io sono uno scienziato emergente!
Patricia – Da vent’anni. Sei un bugiardo. Non dice la verità neppure nel suo diario. E porta sgarro!
Sir Pent – Menzogna!
Patricia – Chissà perché quando tagli la strada a un gatto nero, lui si tocca le palle? Abbiamo avuto sedici amici che dopo aver stretto la mano sono stati ricoverati d’urgenza negli ultimi sei mesi!
Sir Pent – Meglio respirare sotto una tenda ad ossigeno, che respirare l’aria inquinata della città!
Patricia – Comunque ha le mani bucate. Tanto il denaro non gli costa niente.
Sir Pent – Sono il tuo principe... al verde! Tu invece… sei avara!
Patricia – Sciocchezze. Quando morirò voglio che il mio denaro sia cremato e le sue ceneri disperse al vento.
Sir Pent – E’ fatta così, ma io l’amo per quel che può darmi: prestami trecento sterline.
Patricia – D’accordo, ma… una al mese.
Il sole è tramontato sul Pabuzù
Forse il momento migliore della "Espressività Zucchiana". Il Sole è Tramontato sul Pabuzu' è stato scritto da Piero Ferraris e Valerio Peretti, per il Teatro Instabile di Genova
Debutto: dicembre 1988 al Teatro Fregoli di Torino. Spettacolo eretico per eccellenza, mette a confronto le antiche eresie e i feroci egoismi di oggi. Un monologo mitico, che tenne banco nelle sale di tutta Italia per due anni, fra la fine del 1988 ed il 1990. Ve ne proponiamo un divertente assaggio.
ENTRA IN PLATEA E UNA SPECIE DI MORMONE TENTA DI APPIOPPARGLI UNA RIVISTA.
Va via! Non mi tirare la manica, devo andare sul palco! No, non lo voglio l'opuscolo! Non ho mai letto la Torre di Guardia, al massimo ho fischettato il Guardiano del Faro. No, non faccio collezione di santini della Panini e non mi frega niente se l'album è gratis. SI PULISCE LE MANICHE. Non si capisce più niente! I Testimoni di Krisna, gli Hare Geova, i Bambini di Bio Presto, i Mormoroni, i Presbiti e i Quaqqueri! Che se poi ci sono i Quaqqueri... a Disneyland ci saranno anche i Quiqqueri e i Quoqqueri, o i Cipecciopperi! E i Tipetapperi?! Scusate lo sfogo, ma da ragazzo non mi hanno dato il tempo di vivermi l'acne giovanile. E dire che una volta era tutto così semplice: una famiglia, un Dio, un dentifricio! Forse non era in gel, ma era... uno! Andavi al catechismo e avevi delle certezze...
Per capire il mondo è necessario esaminare il concetto di diserzione, incarnato da vari generi di disertori. Non parlo dei conigli, che si suddividono in due sottospecie, Pavidus Progressisticus e Doppiogiochisticus Reazionarius. A Hollywood, una volta degradati, una sventagliata di mitra a salve, una quintalata di pelati sparsi sul set e non se ne parla più.
No, io vorrei parlarvi dei disertori che fanno paura, detti anche eretici. Quelli s’incazzano davvero, sorprendono tutti con mosse inattese, difendono tesi intollerabili per i potenti, diffidano delle ideologie dominanti e delle mode. Volano in alto e fanno le rivoluzioni, insomma, fanno girare le palle come Képlero. Le palle tornano a far parlare di se, e quindi il gioco d’azzardo c’entra eccome. Tra questi disertori, c’era anche un italiano, certo Galileo detto Galilei.
La Chiesa capì subito che aveva di fronte un tipo intrattabile, da prendere con le molle, ma anche con le pinze, le tenaglie… e lui, nonostante il dolore, alla fine ammise di non vedere le stelle. In tal modo fece una grande scoperta: in Italia è sempre meglio essere un ignorante, gelido e calcolatore, che un riformatore flambé.
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Debutto: dicembre 1988 al Teatro Fregoli di Torino. Spettacolo eretico per eccellenza, mette a confronto le antiche eresie e i feroci egoismi di oggi. Un monologo mitico, che tenne banco nelle sale di tutta Italia per due anni, fra la fine del 1988 ed il 1990. Ve ne proponiamo un divertente assaggio.
ENTRA IN PLATEA E UNA SPECIE DI MORMONE TENTA DI APPIOPPARGLI UNA RIVISTA.
Va via! Non mi tirare la manica, devo andare sul palco! No, non lo voglio l'opuscolo! Non ho mai letto la Torre di Guardia, al massimo ho fischettato il Guardiano del Faro. No, non faccio collezione di santini della Panini e non mi frega niente se l'album è gratis. SI PULISCE LE MANICHE. Non si capisce più niente! I Testimoni di Krisna, gli Hare Geova, i Bambini di Bio Presto, i Mormoroni, i Presbiti e i Quaqqueri! Che se poi ci sono i Quaqqueri... a Disneyland ci saranno anche i Quiqqueri e i Quoqqueri, o i Cipecciopperi! E i Tipetapperi?! Scusate lo sfogo, ma da ragazzo non mi hanno dato il tempo di vivermi l'acne giovanile. E dire che una volta era tutto così semplice: una famiglia, un Dio, un dentifricio! Forse non era in gel, ma era... uno! Andavi al catechismo e avevi delle certezze...
Per capire il mondo è necessario esaminare il concetto di diserzione, incarnato da vari generi di disertori. Non parlo dei conigli, che si suddividono in due sottospecie, Pavidus Progressisticus e Doppiogiochisticus Reazionarius. A Hollywood, una volta degradati, una sventagliata di mitra a salve, una quintalata di pelati sparsi sul set e non se ne parla più.
No, io vorrei parlarvi dei disertori che fanno paura, detti anche eretici. Quelli s’incazzano davvero, sorprendono tutti con mosse inattese, difendono tesi intollerabili per i potenti, diffidano delle ideologie dominanti e delle mode. Volano in alto e fanno le rivoluzioni, insomma, fanno girare le palle come Képlero. Le palle tornano a far parlare di se, e quindi il gioco d’azzardo c’entra eccome. Tra questi disertori, c’era anche un italiano, certo Galileo detto Galilei.
La Chiesa capì subito che aveva di fronte un tipo intrattabile, da prendere con le molle, ma anche con le pinze, le tenaglie… e lui, nonostante il dolore, alla fine ammise di non vedere le stelle. In tal modo fece una grande scoperta: in Italia è sempre meglio essere un ignorante, gelido e calcolatore, che un riformatore flambé.
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Fuori dalla clinica
Tra i primi spettacoli della Cooperativa Teatrale Senzafissadimora, attiva a Torino dalla fine degli anni '80 alla metà dei '90
Copione originario di Rino Cerritelli, revisione di Piero Ferraris. Nell'ultima versione, con la Compagnia "I Mutanti di Lana", Rino Cerritelli, Elena Fazari, Antonio Ruggiero, Rino Cerritelli, Gabriella Cerritelli, Mimmo Coccimiglio.
A - Signore e signori vi annuncio che questa sera noi andremo fuori! Ma non nel senso di fuori - fuori, ma nel senso di fuori - fuori, così come nella vita facciamo finta di essere normali - normali. Diversamente da voi, che durante uno spettacolo fate finta di essere normali, così come nella vita siete... completamente fuori di testa! ENTRA B.
B - Fuori di canfora, posso andare un attimo in cucina?
A - A fare che?
B - Niente, volevo solo andare a mettere una mano sul cuoco.
A - Va bene, ma sbrigati, però! B SI DIRIGE VERSO LA CUCINA.
Copione originario di Rino Cerritelli, revisione di Piero Ferraris. Nell'ultima versione, con la Compagnia "I Mutanti di Lana", Rino Cerritelli, Elena Fazari, Antonio Ruggiero, Rino Cerritelli, Gabriella Cerritelli, Mimmo Coccimiglio.
A - Signore e signori vi annuncio che questa sera noi andremo fuori! Ma non nel senso di fuori - fuori, ma nel senso di fuori - fuori, così come nella vita facciamo finta di essere normali - normali. Diversamente da voi, che durante uno spettacolo fate finta di essere normali, così come nella vita siete... completamente fuori di testa! ENTRA B.
B - Fuori di canfora, posso andare un attimo in cucina?
A - A fare che?
B - Niente, volevo solo andare a mettere una mano sul cuoco.
A - Va bene, ma sbrigati, però! B SI DIRIGE VERSO LA CUCINA.
A - In sintesi, per non bruciare le chiappe a nessuno, noi utilizzeremo, questa sera, un metalinguaggio, un megalinguaggio, un megaforaggio, un megainsomma, tenendo conto del senso, del non senso, del doppio senso, del senza senso e del sesto senso. SI SENTE URLARE DI DOLORE B. Cosa c'è ancora?!
B - RIENTRANDO IN SCENA. Nulla, mi sono data la zuppa sui piedi! RITORNA DOLORANTE DIETRO LE QUINTE. A - Va beh, chiama i vigili del cuoco! Comunque, ritornando a noi, le domande filosofiche a cui risponderemo con questo spettacolo sono, ad esempio: ha senso il non senso senza senso, senza il doppio senso del sesto senso inteso nel non senso di una vita senza senso?... tenendo conto del fatto che un dissenso del sesto senso sarebbe come bruciare senza senso dell'incenso nel silenzio intenso dell'immenso? ENTRA IN SCENA T. A SI GIRA A GUARDARLO. T - CON VOCE IDIOTA. Io non voglio fare l'attore... voglio fare il topolino...! A - ALLIBITO. Ma che cosa significa? Cosa vuoi dire? T - Io non voglio fare l'attore... voglio fare il topolino... A - Ah bè, pensavo peggio... Leggi il seguito |